Di fioritura argentea sulle brulle lande del Carso, minima in dimensioni, pelosetta e austera nel colore, la Pulsatilla montana subsp montana nasconde anche un’altra natura, meno sobria: un centro giallo sole (gli stami) per nulla austeri e una chioma spettinata (infruttescenza) pronta ad agitarsi al vento!
I suoi nomi, scientifico e volgare, racchiudono e raccontano molte cose: il suffisso –illa ne svela la “piccolezza” mentre la radice pulsat– già in uso in epoca tardo medievale deriva dal latino (pulsare =agitare, scuotere) e descrive il movimento dell’infruttescenza piumosa che si agita e pulsa ad ogni fiato di vento (tanto che Linneo l’aveva inizialmente inserita nella famiglia botanica delle Anemoni, e il nome le è rimasto nell’uso volgare). Nota anche (specie agli anglofili) come “fior di Pasqua”, ecco che grazie al nome comune abbiamo anche qualche spunto per capire il periodo di fioritura… pur nella incertezza di Pasque “alte” o “basse”!
Il fatto poi che questa specie sia classificata “montana” non deve farci dubitare della bontà del binomio linneiano: infatti, nell’autorevole sito http://dryades.units.it, la sua distribuzione in Friuli Venezia Giulia è data come prealpico-carsica, con popolazioni in quota fino a 2.000 metri negli habitat adatti.
Multum in parvo, dunque: poche sentite parole per molte informazioni!
Immagine di copertina: Pulsatilla montana subs. montana, – (FOTO E. Moretti – diritti riservati).